L’artista Mario Farini con queste opere dalle simbologie arcane, parla un linguaggio chiaramente surrealista. Il suo inconscio diviene padrone assoluto del messaggio che intende trasmettere e attraverso il quale desidera comunicare tutto il suo potenziale creativo. La sua creatività si muove in direzione dei sogni e delle pulsioni più recondite dell’animo umano, ma sono evidenti in questi lavori la ricerca di un senso alla nostra vita e l’interrogativo sui grandi quesiti dell’umanità. L’artista mostra una coscienza indagatrice, che si esplica in analisi espressive fuori del comune, di forte consistenza simbolica. Il disegno, limpido, esatto, non è mai emulazione della realtà, piuttosto lo eleva a sogno. Si avverte una sorta di quiete, di assenza, tutte caratteristiche legate alla scuola del surrealismo. L’inconscio è padrone assoluto del messaggio che l’artista ci vuole dare e attraverso il quale comunica tutto il repertorio delle sue emozioni. Immaginifiche storie e personaggi fantasiosi si avvicendano sulla tela perdendo la loro appartenenza al mondo reale, proiettati in un’atmosfera surreale che trasforma, attraverso il linguaggio visivo, il mondo fenomenico in universo dei sogni.
Sandro Serradifalco
Mario Farini conduce l’osservatore verso una dimensione onirica dal grande fascino percettivo. La sua è una pittura meditata, valorizzata da una notevole capacità tecnica. Fortemente intrisa da simbolici richiami, la narrazione dell’artista risulta complessa ed elegante. Il tratto è leggero, ben orchestrato, anche l’equilibrio tonale risulta permeato da tinte ben accostate.
Con una sapiente calibratura della tensione tra i momenti di stasi del colore e le spinte dinamiche del segno, l’artista dà vita a una lettura liricamente sospesa del reale. Colori e segni producono fermenti e variazioni ritmiche che, intrecciandosi, descrivono l’inedito connubio tra pittura e sogno che abita il lavoro dell’artista. In questi dipinti lo sguardo è catturato in atmosfere surreali, che tuttavia invitano a riflettere sul senso del vivere, e sulla fragile caducità di tutte le cose.
Sandro Serradifalco
La chiave surrealistica
Mario Farini è padrone di un suo sistema perfetto per trascrivere il mondo in una chiave surrealistica e accattivante, capace di affrontare ogni argomento e di filtrarlo dentro una macchina onirica.
Le virtù che un tempo contraddistinguevano la manualità divengono oggi, nel suo lavoro, concepite come uno strumento per rielaborare la realtà.
Farini usa le forme, il disegno e le sagome allo stesso modo in cui Italo Calvino usava il linguaggio: per generare un alto artificio.
Queste silhouettes sono parte di un esperimento più grande volto a trasformare l’istinto in sogno; tutto è concepito come inconscio nel mondo di Farini, e l’espediente ci indica la misura simbolica degli elementi che mette in gioco.
L’esecuzione minuziosa, il tocco passionale e il completamento della fantasia stuzzicano il pubblico a entrare nel suo stesso sogno e a proiettarsi in un’altra dimensione.
A partire da questo incanto, le superfici assumono una funzione quasi magica e si fanno scenario di luci e ombre, misteri e verità incastonati alla perfezione tra i tratti del suo disegno.
Luca Beatrice